Ecco una seconda poesia di Franco Faggi…. in questo testo, a confronto con il precedente, si possono già notare alcuni modi di esprimersi dell’autore, frasi e loro rimandi, o semplici parole, suoni, armonie naturali, colori, che in qualche modo, riecheggiano nel modo di esprimersi, la sua poetica.
Sul terminare di una sponda
o sul colmare di un colle, nel giorno di un esclamante sole
o nel lenire di una tiepida notte,
sento un coro muto, la rapsodia
che all’isola del cuore mi raggiunge
concorda in armonia le note,
in un liquido cristallarsi del fiume
nello schioccare di minuscole vele
nei sommessi gridolini delle foglie,
sfumato all’infinito mi giunge l’alito
di una stella lontana o di una Dea,
languida amante d’inestinguibile bellezza,
che nell’umidore di un bacio mi sussurra
mi detta nello sprofondare dei suoi occhi
innumerevoli universi manifesti,
io non voglio accartocciare il suonare
del suo respiro di caldo sparso
eppoi gettarlo nell’ombra delle zolle,
con cura lo piegherò in quattro e
lo conservo nella tasca del mio petto.
Franco Faggi
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