Acesta excavata (Fabricius, 1779)

3 bivalvia excavata

Immagine Acesta Excavata

 

Classis: Bivalvia

Familia: Limidae

Genus: Acesta

Species: Acesta excavata (Fabricius, 1779)

 

Questa volta vi proponiamo un raro bivalve mediterraneo della famiglia Limidae, Acesta excavata (Fabricius, 1779), raramente segnalata per le acque del Tirreno settentrionale.

Descritta originariamente nel 1779 da Johann Christian Fabricius, sotto il nome di Ostrea excavata, la specie è diffusa dalla Norvegia, Islanda, fino a sud delle isole Canarie e in Mediterraneo, localizzata per lo più nell’arcipelago toscano, nel Tirreno settentrionale – Mar Ligure.

Questa è la diagnosi originale:

Ostrea excavata testa aequivalvi gibba, margine erecto: medio obliquo impresso.

Habitat in oceano Norvegico.

Testa magna cardinis fossula transversa atra, nitida. Margo introrsum elevatus ad angulum rectum cum testa, in medio fovea lata obliqua versus apicem sensim attenuata impressa.

 

vedi pagina 368-369 di Reise nach Norwegen mit Bemerkungen aus der Naturhistorie und Oekonomie. Hamburg. Carl Ernst Bohn. 388pp.

 

Vive in profondità generalmente legata alla biocenosi profonda dei coralli bianchi, in particolare Madrepora oculata L. e Lophelia pertusa L.,. Qualche anno fa Gagnon & Haedrich (2003) l’hanno segnalata anche per le coste atlantiche canadesi.

La prima notizia di un esemplare vivente di Acesta excavata (Fabricius, 1799) per il Mediterraneo, al largo di Punta del Mesco (La Spezia) ad una profondità di 550 metri, si deve a Ghisotti e risale al 1979. Nello stesso articolo l’autore dà conto delle segnalazioni per l’area extra mediterranea e per esemplari fossili o subfossili per il plio- pleistocene italiano. Questo primo esemplare non venne comunque ritrovato associato ai coralli bianchi ma, fortunosamente, dentro un secchio di plastica recuperato dalla rete del peschereccio materialmente responsabile della cattura. Il secondo ritrovamento effettuato sempre da un peschereccio durante l’azione di strascico della rete, 10 miglia a Nord-Ovest dall’isola di Gorgona, a circa 430 metri di profondità, venne reso noto da Rocchini (1983) che fece anche un brevissimo elenco dei molluschi e dei brachiopodi associati al blocco di coralli bianchi recuperato insieme ad A. excavata. Un terzo ritrovamento fu segnalato da Carcassi (1983) per tre esemplari rinvenuti all’interno di un resto d’anfora recuperata anch’esso a seguito di pesca a strascico con reti, alla profondità di circa 480 metri a circa 36 miglia a Sud-Est di Capo Carbonara (Sardegna). Un ulteriore rinvenimento nel 1992, piuttosto singolare come quello segnalato da Ghisotti, venne riportato da Terreni & Voliani (1995) e fu effettuato durante una pescata sperimentale con una rete a strascico. Questo esemplare era insediato su uno spesso telo di plastica che doveva essere evidentemente adagiato sul fondo, a circa 10 miglia nautiche a sud del Banco di Santa Lucia, a Ovest dell’isola di Gorgona, a una profondità media di 520 metri.

 

Negli ultimi anni le colonie mediterranee di coralli bianchi sono state oggetto di numerose ricerche e studi che hanno contribuito ad aumentare le conoscenze sulla loro diffusione e sul loro stato di conservazione e vitalità. Nel corso di uno di questi studi nel canyon sottomarino di Var, al largo di Nizza (Francia) fu effettuato un altro possibile rilevamento di esemplari viventi di Acesta excavata, in quanto alcune conchiglie, viventi o morte da poco, furono fotografate dal sommergibile da ricerca Cyana. Questa notizia è riportata in Correa-Lopez et al. (2005) a cui si rimanda anche per altre esaurienti notizie sulla specie avendo trattato di A. excata, anche la distribuzione vivente e fossile, la morfologia e la microstruttura del guscio.

Qui riportiamo le immagini di due esemplari recuperati anch’essi, in anni diversi, da pescherecci operanti a strascico nell’arcipelago toscano. Il primo esemplare (Fig. 1) è stato pescato nel Dicembre 2011 al largo dell’isola di Pianosa, a una profondità di circa 700/720 metri, il secondo (Figs 2-3) nell’Ottobre del 1985 al largo dell’isola di Gorgona, nei pressi del banco di Santa Lucia, ad una profondità di circa 640 metri. Entrambi gli esemplari al momento della cattura erano viventi ma purtroppo il mollusco non è stato conservato. Ambedue hanno dimensioni simili e prossime a quelle degli esemplari precedentemente noti.

 

La presenza di esemplari viventi di questo grande limidae nell’ambiente profondo a coralli bianchi dell’arcipelago toscano sembra essere quello con le caratteristiche ambientali più adatte alla sopravvivenza della specie in Mediterraneo. D’altra parte, visto anche la scarsità di ritrovamenti per altre aree mediterranee, la coincidenza delle segnalazioni per questa area potrebbe essere imputata anche a un più attento controllo dei ricercatori, sia professionisti che dilettanti, per i materiali riportati da navi oceanografiche o pescherecci operanti o che hanno operato, in questa particolare zona di mare.

Se volete vedere tutti gli articoli del nostro sito sui Bivalvia vedete la relativa pagina.

Bibliografia di riferimento

Carcassi A., 1983. Ulteriore ritrovamento di Acesta excavata vivente in Mediterraneo. Boll. Malacologico, 19(9-12): 264.

Gagnon J-M. & Haedrich R.L., 2003. First record of the European Giant File Clam, Acesta excavata (Bivalvia: Pectinoidea: Limidae), in the Northwest Atlantic. The Canadian Field-Naturalist, 117(3): 440-447.

Giusti F., Forli M. & Sbrana C., 2012. Nuove segnalazioni di esemplari viventi di Acesta excavata (Fabricius, 1779) (Bivalvia: Limidae) nel mar Tirreno settentrionale. Notiziario S.I.M., 30(1): 35-36.

Ghisotti F., 1979. Ritrovamento di Acesta (Acesta) excavata (Fabricius, 1799) vivente in Mediterraneo. Boll. Malacologico, 15(3-4): 57-66.

Rocchini R., 1983. Acesta excavata (Fabricius, 1799), nuovo ritrovamento in Mediterraneo. Boll. Malacologico, 19 (1-4): 83-86.

Correa Lòpez M., Freiwald A., Hall-Spencer J. & Taviani M., 2005. Distribution and habitats of Acesta excavata (Bivalvia: Limidae) with new data on its shell ultrastructure. Erlangen Earth Conference Series, II, 173-205.

Terreni G. & Voliani A., 1995. Nuovo ritrovamento di Acesta excavata (Fabricius, 1799) nel Mar Tirreno Settentrionale. La Conchiglia, 27 (3): 13-14.

 

 

 

 

Fig. 1. Acesta excavata (Fabricius, 1799) esemplare 1, Ovest isola di Pianosa, mm 46×32.

Figs 2-3. Esemplare 2, banco di Santa Lucia, N/O isola di Gorgona, mm 51×35

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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