MALACOLOGIA PLIOCENICA TOSCANA
Presentiamo oggi, non un singolo libro, ma una vera e propria enciclopedia che ha come unico oggetto la descrizione ed illustrazione della fauna malacologica fossile toscana di un ben definito periodo geologico: il Pliocene.
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I più famosi panorami toscani risultano per lo più rappresentati da colline costituite dai materiali lasciati dalla presenza dell’antico mare pliocenico, sabbie e argille, che tuttora contengono abbondanti resti dei loro abitanti, in particolare milioni di conchiglie fossili. Questi gusci hanno attirato da sempre l’attenzione umana stimolando la curiosità di coloro che per caso o per ricerca ne venivano a contatto. Usati come pendenti di collane o altri ornamenti fin dalla preistoria, nel corso degli ultimi 400 anni sono stati via via indicati come strani oggetti pietrificati, resti di corpi marini lasciati dal diluvio biblico e/o da altre similari catastrofi, fino agli inizi dell’800, quando si compì il progresso scientifico, iniziato nel ‘600 e concretizzatosi dopo la metà del ‘700, che li riconobbe e identificò correttamente, secondo la visione odierna, in resti fossilizzati di antichi molluschi marini.
Quest’opera è stata ideata e portata a compimento da Carlo Chirli, dal 1997 al 2016, un autodidatta che con studio, competenza e passione, ha colmato la lacuna esistente nella conoscenza delle faune malacologiche plioceniche toscane, mancanza allora non considerata dagli studiosi professionali che, per diverse esigenze di ricerca e impostazioni accademiche, erano in qualche modo portati ad occuparsi di altri settori della paleontologia. Visto l’apprezzamento universalmente riconosciuto, anche in ambienti universitari nazionali ed internazionali, posso senz’altro affermare che il lavoro di Carlo è diventato un punto di riferimento imprescindibile per gli studiosi dei molluschi fossili. Essendo amico di entrambi, non posso non citare Enrico Ulivi, “il fotografo”, che ha realizzato le migliaia di immagini utilizzate nell’iconografia dei volumi. Concludo questa breve presentazione introducendo il testo nel quale Carlo ha sintetizzato le ragioni ed il contenuto della sua opera:
MALACOFAUNA PLIOCENICA TOSCANA
Il Pliocene è un periodo compreso fra 5.332.000 e 2.588.00 di anni fa.
Alla fine del Messiniano il Mediterraneo era un grande lago sovrasalato a forte tenore evaporitico. Con l’apertura dello stretto di Gibilterra, che segna l’inizio del Pliocene, l’Oceano riversa nel Mediterraneo un’enorme massa liquida che trascina con sé un gran numero di conchiglie, provenienti sia dal mare del Nord sia dalle coste del Marocco e del Senegal. In questo periodo la Toscana subisce un forte sprofondamento e le acque invadono gran parte del suo territorio giungendo fino alla dorsale appenninica. Una volta calmatasi la violenza della corrente che le ha trascinate lontane dai luoghi d’origine, le nuove ospiti trovano facile acclimatarsi nel nuovo ambiente.
Malacofauna Pliocenica Toscana illustra le conchiglie fossili che in questo periodo vivevano in quella parte della Toscana che era invasa dalle acque.
Partendo dalle conchiglie fossili del Pliocene toscano, l’autore, ricerca nel tempo e nello spazio la storia delle singole specie, comparandole con quelle di altri periodi e di altri Paesi. Nel Miocene Medio-Inferiore, circa 20.000.000 di anni fa, molte nostre amiche le troviamo in Danimarca, Olanda, Germania, Francia, Spagna, Austria, Polonia, Romania, Ungheria, Bulgaria, Grecia, Turchia e in molte località italiane, che in quel periodo erano coperte dalle acque.
Nel Pliocene, oltre che in Toscana, erano presenti in Inghilterra, Belgio, Francia, Portogallo, Spagna, Grecia, Turchia, Tunisia, Algeria, e, naturalmente, in moltissime località italiane.
Nel Pleistocene le troviamo in Spagna e in Grecia, oltre che in numerose località italiane. Molte di esse oggi vivono, o hanno dato vita a nuove specie, in Mediterraneo e nel vicino Oceano Atlantico.
Dopo 40 anni di ricerche sono stati pubblicati 12 volumi per un totale di 2.400 pagine che prendono in esame 1.100 specie, delle quali 27 nuove, illustrate da oltre 6.000 fotografie, di cui 273 al S. E. M., distribuite in 428 eleganti tavole con testo a fronte. La bibliografia e ricca di oltre 1.000 titoli.
Ogni specie è ampiamente descritta e accompagnata dalla bibliografia con l’elenco delle località e il numero degli esemplari raccolti. La distribuzione cronostratigrafica e le osservazioni, che riguardano eventuali confronti con specie sorelle, notizie ecologiche e di nomenclatura completano la descrizione di ogni singola specie.
Il quadro riassuntivo consente con un veloce confronto di seguire la specie dalla comparsa fino alla sua estinzione, con la posizione batimetrica ed ecologica per le specie ancora viventi. Seguono l’indice alfabetico dei nomi generici, sottogenerici e specifici citati nel testo.
Malacofauna Pliocenica Toscana, non è quindi un lavoro che parla solo delle conchiglie fossili della Toscana, ma è un lavoro che parte dal Pliocene toscano e attraverso una vastissima bibliografia documenta la presenza delle specie studiate dal Miocene fino ai giorni nostri. Un lavoro per docenti e appassionati che si occupano di conchiglie fossili e viventi.
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